Càrmeni, una mostra collaborativa
Una mostra a Brescia dove l’opera e l’osservatore si intersecano entrando in relazione

Brescia. Inaugura venerdì 22 gennaio alle 19,30 la mostra “I Càrmeni, autoritratti improbabili” dell’artista Mario De Carolis. Inaugura nello stesso luogo che ha ispirato l’animo dell’artista: allo Spazio per le Arti in contrada del Carmine 21 A/B. O meglio nell’universo a se, perché il quartiere del Carmine nel cuore di Brescia lo è per vocazione secolare un universo a se. Può essere assunto come luogo privilegiato d’osservazione di una pluralità di fenomeni sociali, quelli che nel profondo hanno scatenato la creatività artistica di Mario De Carolis. La mosta rimarrà aperta al pubblico sino al 29 gennaio.

“I Càrmeni” è un progetto artistico iniziato nel 2014 a Brescia nel quartiere Carmine. I ritratti, stampati direttamente su alluminio microperforato e box in plexiglass specchiato, sono completati solo grazie allo sguardo dello spettatore che, specchiandosi, colma le parti vuote. I 15 volti esposti sono stati fotografati pensando a due grandi opere della storia delle immagini: L’Annunciata di Antonello da Messina e Noire et Blanche di Man Ray.

La visione e definizione dell’ “Io-Altro” risulta essere un’immagine improbabile e collaborativa: l’opera e l’osservatore si intersecano, entrano in relazione: sono contemporaneamente corpo, (immagine fotografata) e anima, (immagine riflessa). Il soggetto narrato, fotografato, raccontato restituisce identità’ all’oggetto narrante: al fotografo, allo scrittore, all’osservatore. La voce si riprende il corpo, l’immagine si ri-specchia, l’ Annunciata si riempie del vuoto dell’ Angelo.
Il mutamento “in progress” del Carmine, quartiere porto, che ha ospitato biografie molto marginali e complesse, cambia pelle di continuo, divenendo quartiere  laboratorio umano in perpetuo mutamento e luogo dove si intrecciano realtà sociali.

Un porto di approdo e di arrivi, ma anche di partenze. Un quartiere meticcio per definizione, aperto allo straniero e al viandante,  un molo da dove partire per ricominciare una nuova vita. I volti di Mario De Carolis che nello specchiarsi si intrecciano, si integrano, si amalgamo con l’osservatore, sono in un qual modo la metafora del quartiere Carmine, la mostra ne diviene corpo e anima.

“Che cos’è infatti “il volto”? E’ il volto di ciascuno, ma è anche un volto tra altri volti, un volto che diventa tale solamente quando entra in contatto con altri volti. Guardando e venendo guardato …”  Hans Belting

Nato a Montefiore dell’Aso (AP)  nel  1957, Mario De Carolis dopo il liceo Artistico consegue il diploma di Laurea in Scenografia presso la AABB di Bologna. La sua attività espositiva inizia nel 1995 presso la Galleria d’Arte Crac di Roma con una mostra collettiva a cura di  A.Tonelli , a Brescia all’Atelier degli Artisti con la mostra personale “La lancia, il dito e l’angelo”. Trasferitosi a Brescia, nel 1996 inizia la collaborazione con il Gruppo  “Fornace”. Nel 1998  fonda l’Associazione culturale “Cappa” con il fotografo Roberto Belotti con cui cura e organizza numerose  manifestazioni.

Nel 2006 scioglie L’Associazione culturale Cappa per trasferirsi in Venezuela dove vivrà fino al 2009. In Ciudad Guayana (Venezuela) orienta la sua ricerca artistica in progetti con un’attenzione particolare  all’interazione delle culture collaborando attivamente con “La Misión Cultura” del Governo e con l’Universidad Unexpo. Espone le sue opere nella “Sala de Arte Sidor” e all’Ecomuseo di Puerto Ordaz. Rientra in Italia nel 2009, abbandona l’esperienza dell’arte installata nei grandi spazi per dedicarsi a progetti “seriali”.

Tornato a vivere a Brescia, nei pressi del quartiere “Carmine” , continua la sua ricerca  artistica sui processi di transculturazione che caratterizzano il quartiere e il cuore del Centro Storico di Brescia. Nel 2014 nasce il Progetto artistico, work in progress, “I Càrmeni” Auto-Ritratti Improbabili.

Valerio Gardoni